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La RunTok community

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Se credevi che TikTok fosse un social non adatto a te, forse ti potresti ricredere. L’hashtag #RunTok raggruppa tutti i contenuti inerenti alla corsa creati dai runner per i runner. Si spazia dal dare consigli su scarpe, abbigliamento, allenamenti e qualsiasi altro argomento che viri attorno al mondo della corsa. Vanno facilmente virali i video “get ready with me” dove i content creator mostrano step by step la loro routine di preparazione prima di un allenamento o di una gara. Le riprese hanno un taglio molto amatoriale e sono fatte per lo più in modalità selfie, senza badare agli sguardi curiosi, e talvolta di disapprovazione, dei passanti.

I più seguiti

Anche gli ultramaratoneti si sono lasciati rapire dal fascino di RunTok. Lo dimostra Andy Glaze che condivide con i suoi 408K follower le sue avventure. Il format di video “Vieni a correre 100 miglia con me” gli ha consentito di distinguersi e di appassionare moltissimi utenti, sull’ordine dei 100 milioni, proprio come le visualizzazioni che ottengono in media i suoi video. Nei suoi video Glaze si limita a condividere la sua esperienza e il suo modo di affrontare determinate situazioni. Non è un allenatore e non si pone come tale. Spetta a ciascun utente, e quindi a ciascuno di noi, capire se imitare o mettere in pratica un consiglio, consapevoli del fatto che non c’è alcuna certezza che funzionerà altrettanto bene anche su di noi.

Hellah Sidibe che non si sarebbe mai immaginato di diventare un influencer nel mondo del running, è diventato uno dei più seguiti. Tutto merito della condivisione del suo viaggio attraverso gli Stati Uniti. Della sua attività sui social ciò che gli piace di più è rendere consapevoli le persone delle loro capacità, riconoscendo un momento negativo come un momento passeggero che non preclude un futuro di gioia e soddisfazioni.

Emma Flynn ha conquistato gli utenti con la sua sincerità e la sua spontaneità nel raccontare il percorso che l’ha avvicinata alla corsa, dimostrando che si può correre e trarre beneficio da questo sport anche senza avere il fisico stereotipato del runner “secco”. La corsa è uno sport che chiunque può fare, indipendentemente dalla corporatura, ed è estremamente riduttivo associarla a un’attività che si fa per perdere peso.

Della stessa “cappella” di Emma è anche Alex Hermanson, che ha iniziato a pubblicare utilizzando l’hashtag RunTok alla fine del 2022 e ha già raggiunto 30,6K follower grazie ai toni divertenti e per il raccontarsi senza prendersi troppo sul serio. “Sono un omone che corre molto”. Il TikTok che lo ha fatto svoltare è quello in cui ha condiviso le 13 miglia che lo hanno portato a far visita a tutti i Dunkin’ Donuts nella sua città natale.

Chi rincorre i numeri

Più si va avanti più le piattaforme si saturano di contenuti. Quando tutto era iniziato non c’erano tendenze da dover seguire o particolari strategie da adottare per far crescere le visualizzazioni. L’iter dovrebbe essere condividere quello che si fa e non fare cose solo per poterle condividerle. Chi produce contenuti per rimanere autentico e non snaturarsi dovrebbe continuare a percorrere quella strada, indipendentemente da cosa dicono i numeri. Gli utenti seguono questo o quel profilo perché piace la marca stilistica, il messaggio trasmesso e il modo di comunicarlo.

Il lato positivo di RunTok

Indubbiamente uno dei risvolti positivi dei social network in generale è creare connessioni tra le persone che nella migliore delle ipotesi si trasformano in amicizie reali. Dietro a uno schermo, sia dalla parte di chi pubblica che dalla parte di chi guarda, ci sono persone in carne ed ossa con emozioni e sentimenti veri. Aiutare queste persone a sentirsi meno sole nell’affrontare questa o quella problematica può essere la chiave di svolta per risolvere il problema una volta per tutte. Mostrandosi a petto nudo durante una corsa Hermanson ha cercato di rompere il tabù per cui le persone un po’ in sovrappeso non possano correre senza la maglietta senza doversi vergognare. Così come non ci si dovrebbe vergognare di mostrarsi spettinati, sudati o paonazzi dopo una corsa. La corsa è anche questo, ed è giusto mostrarlo senza timore di essere giudicati.

Quando invece diventa tossico

Anche il contenuto più sincero, bello e profondo del mondo può ricevere commenti negativi, che nella peggiore delle ipotesi possono sfociare in offese personali. Esistono ancora degli argomenti tabù che scatenano commenti poco piacevoli e talvolta anche poco educati. Il segreto per gestire al meglio queste situazioni è ignorare chi ha lasciato il commento e proseguire sulla propria strada. Il tempo che si sarebbe speso per fare polemica con chissà chi tanto vale impiegarlo per andare a farsi una corsetta che, senza ombra di dubbio, farà meglio sia all’umore che allo spirito!

Cosa ne pensano gli psicologi dello sport?

Jeff Ruser ha condotto un’analisi su come un’assidua presenza online possa avere un considerevole impatto sugli atleti. L’idea gli è venuta in seguito a una partita di basket in cui un giocatore non ha condotto un match a regola d’arte ricevendo un’ondata di commenti negativi sui social. Un episodio che può avere un forte impatto sulla psicologia di un giocatore.

Il confronto sociale può avere impatti molto negativi sulla salute mentale del singolo, e al tempo stesso, può fungere come una forte spinta motivazionale. Avere l’opportunità di confrontarti con chi ha un background simile al tuo fa aumentare la motivazione e la fiducia in sé stessi. “Se può farlo lui, posso farlo anch’io!”.

Il confronto non dovrebbe mai generare stress o frustrazione, entrambe responsabili di influenzare negativamente il benessere fisico e mentale di ciascuno, avendo quindi un impatto negativo anche sulle prestazioni e sulla performance.

Il consiglio dello psicologo Ruser è quello di non demonizzare i social media ma usarli con intelligenza e consapevolezza facendo una sorta di selezione all’ingresso. Sono strumenti che hanno grandi potenzialità e che abbiamo l’opportunità di sfruttare: sta a noi decidere come.

(Via Run – Outside)

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